Si staglia sull’orizzonte, visibile da molto lontano: è una roccia ellittica che si trova nello Sri Lanka e si erge per 370 metri sul piano circostante, con pareti a picco, apparentemente inaccessibile. E nasconde un segreto: sulla sua piatta sommità si trova Sigiriya, la città-castello al tempo stesso fortezza e palazzo di piacere. Si dice che fu re Kasyapa a farla costruire, nel V secolo, ed è composta dai resti del palazzo maggiore, eretto nella parte piatta della sommità collinare, una terrazza di medio livello dove si trova la Porta dei Leoni e un muro con interessanti affreschi. Il palazzo secondario è abbarbicato sui pendii sotto la roccia. I fossati, le mura e i giardini si estendono per molti metri oltre il bordo roccioso.
A causa delle informazioni storiche sommarie sul luogo, costruzione e origine sono ancora oggi avvolte nel mistero, così come incerta è anche la reale funzione delle costruzioni. Negli archivi storici dello Sri Lanka, re Kashyapa, figlio illegittimo di re Dhatusena, uccise il padre per usurparne il trono che sarebbe spettato al fratello Mugallan, per diritto di successione. Mugallan sarebbe fuggito in India per evitare di essere ucciso e per preparare la vendetta, per la quale raccolse un esercito, pronto a tornare e riprendersi il trono dello Sri Lanka. Sarebbe proprio questa la ragione per cui Kasyapa, che temeva il ritorno del fratello, fece costruire il suo palazzo sulla sommità della collina di Sigiriya, con le sembianze contemporaneamente di fortezza e palazzo di piacere.
Raggiunta la città con il suo esercito Mogallan dichiarò guerra. Durante il conflitto, si dice, Kasyapa montò su un elefante da battaglia per raggiungere una posizione più favorevole, il suo esercito non capì e pensando a una fuga lo abbandonò, così che, sentitosi perso, si suicidò con la propria spada. Dopo il conflitto, Mugallan, riportò la capitale ad Anuradhapura e trasformò Sigiriya in un monastero. Altre storie, invece, farebbero risalire la fondazione di Sigiriya a re Dhatusena, mentre Kasyapa avrebbe solo finito il lavoro in onore del padre. Altre ancora sostengono che Kasyapa fosse un re playboy e secondo questi studiosi Sigiriya sarebbe stato semplicemente un palazzo di piacere dove rifugiarsi con le concubine. Ma anche la morte di Kasyapa è avvolta nel mistero, in alcune versioni sarebbe stato avvelenato da una concubina, in altre si sarebbe tagliato la gola.
Fortezza, palazzo di piacere, crudeltà o libertinaggio, l’eredità lasciata in Sigiriya ne fa un sito archeologico che per molti è l’ottava meraviglia del mondo, databile con certezza tra il 477 ed il 495 d.C. ed è uno degli otto siti Patrimonio dell’umanità dello Sri Lanka nonché una delle attrazioni più impressionanti del paese. I suoi resti permettono ancora oggi di restare stupefatti della creatività di costruzione e al tempo stesso della sua disarmante semplicità, con cisterne tagliate nella roccia ancora utilizzabili e fossati e mura di bellezza originaria.
A causa di alcune interpretazioni che identificano il posto come un antico luogo di lavoro della comunità buddista e senza nessun impianto militare, il sito ha avuto un importante ruolo nella competizione tra le tradizioni buddiste Mahayana e Theravada dell’antico Sri Lanka. La sua bellezza è così impressionante che viene spesso usato come set per film e documentari: è stato usato come location per numerosi eventi del romanzo fantascientifico Le fontane del Paradiso (The Fountains of Paradise, 1979) di Arthur C. Clarke, con il nome di Yakkagala. E nel 1982 a Sigiriya è stato girato il video del singolo Save a Prayer dei Duran Duran. Info: Sito dell’ambasciata di Sri Lanka in Italia, Sito dell’ente del turismo dello Sri Lanka
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