Secondo gli scienziati la coltivazione del riso ha influenzato nei secoli la mentalità del mondo orientale, differenziandola nettamente da quella di noi occidentali. Lo studio è stato innanzitutto condotto in Cina: sono state rilevate delle grandi differenze culturali tra la Cina del nord e quella del sud, differenze che dipenderebbero non fattori climatici o storici, bensì proprio dalla coltivazione di questo prodotto alla base della catena alimentare. Le differenze psicologiche, culturali e comportamentali riscontrate tra le popolazioni di Cina settentrionale e meridionale rispecchierebbero esattamente le differenze tra il mondo orientale, e in particolare l’Asia, più orientata verso stili di vita attenti alla comunità e alla collettività, e il mondo occidentale, maggiormente individualista. Infatti, chi coltiva il riso per migliaia di anni adotta comportamenti più inclini alla condivisione e alla vita comunitaria e questo in virtù della fatica collegata alla coltivazione, raccolta e produzione del riso, attività che richiedono l’impegno non dell’individuo bensì del gruppo. Infatti, puntando la lente di ingrandimento sulla Cina, scopriamo che quella meridionale ha puntato sulla produzione del riso mentre quella del nord ha puntato sul grano, più facile e produttivo da crescere e raccogliere del precedente. E infatti i comportamenti sociali nella Cina del Nord sono più individualisti rispetto a quelli rilevabili nella Cina del sud, dove la vita è più comunitaria e basata su principi di collettività.
Stesso discorso se confrontiamo mondo occidentale e mondo orientale. Proprio queste differenze hanno accentuato il divario sociologico delle popolazioni e sulla rivista Science, Thomas Talhelm (University of Virginia) riassume quella che definisce “la teoria del riso” con questa citazione: “E’ facile pensare alla Cina come ad una sola cultura ma la verità è che esistono identità psicologiche molto distinte tra nord e sud e che la storia di coltivazione del riso del sud può spiegare perchè i cinesi meridionali siano più interdipendenti l’uno dall’altro di quanto non lo siano i settentrionali coltivatori di grano”. Sarebbero proprio i metodi da cooperativa agricola dei coltivatori di riso che avrebbero ridotto la tendenza all’individualismo delle comunità cinesi meridionali mentre i settentrionali, come gli occidentali, grazie ad un più facile accesso alle risorse agricole ed una conseguente maggiore ricchezza in circolazione, sarebbero diventati, nel corso di centinaia di anni, più indipendenti dalla collettività, cioè più individualisti.