Alternativa alla rivoluzione popolare di tipo socialista come quella cubana, si affermò nel dopoguerra un nazionalismo populista che (come la rivoluzione popolare socialista) era antimperialista e dunque anti-americano, ma non legato a ideologie di sinistra, a ideologie anticapitaliste, guerrigliere o rivoluzionarie. Si trattava di un nazionalismo populista, appunto, sensibile alle problematiche della popolazione e dei lavoratori che si affermò in Argentina, Brasile e Messico.
Dagli anni Trenta e fino a fine secolo, il Partito Rivoluzionario messicano ha garantito stabilità politica al Paese, restando costantemente al potere.
Il partito portò avanti la nazionalizzazione dell’industria petrolifera e lo sviluppo industriale ma non vi furono ricadute economiche tali da migliorare la qualità della vita della popolazione.
Il Brasile ha maturato un forte indebitamento con l’estero, soprattutto con gli Usa.