Sulle sponde del Mar Morto, in Israele, c’è una delle fortezze più fortemente simboliche di tutta la storia della Giudea: Masada. “Novecentosessanta furono le vittime” e ancora “I romani, che s’aspettavano di dover ancora combattere, […] si lanciarono all’attacco. Non vedendo alcun nemico, […] non riuscivano a capire che cosa fosse accaduto […] Quando furono di fronte alla distesa dei cadaveri, ciò che provarono non fu l’esultanza di aver annientato il nemico, ma l’ammirazione per il nobile proposito e per il disprezzo della morte con cui tanta moltitudine l’aveva messo in atto.” Questo il resoconto degli storici. Questo è il mito di Masada.
Mai più Masada cadrà
Questo dunque è il mito di Masada, simbolo di eroismo e lampo di libertà contro la tirannia, che porta ancora oggi le reclute dell’esercito israeliano a scalare la rupe di 400 metri per pronunciare il giuramento di fedeltà al grido di: “Mai più Masada cadrà” (in ebraico “Metzadà shenìt lo tippò”) ponendo termine e compimento del loro periodo di addestramento militare. La fortezza, che era nel I secolo a.C. il palazzo di Erode il Grande, si erge su un piatto altopiano immerso nella depressione del Mar Morto, offrendo uno scenario naturale molto raro che spinge i turisti ad iniziare la scalata alla rupe tramite il sentiero del Serpente prima dello spuntare delle prime luci dell’aurora, nel buio della notte rischiarato unicamente dalla luna e dalle stelle, per riuscire a vedere l’alba da dentro i resti dell’antica fortezza. Dalla sommità il sole sembra sorgere da una parete rocciosa, che in realtà è il resto della terra, per riversare la sua luce su tutto l’avvallamento circostante. In alternativa, ma lo sconsigliamo perché non avrebbe senso, è possibile accedere alla rupe, la cui sommità è a soli 33 metri s.l.m. attraverso una funivia che supera un dislivello di 290 metri.
Il palazzo di Erode
Studi recenti hanno ridimensionato il mito della resistenza di Masada e del suicidio collettivo, ciò nonostante la vista dalla cima sui resti degli accampamenti romani è impressionante e vasta, tanto essi erano e di dimensioni ragguardevoli. Ma la parte più interessante del luogo è il palazzo di Erode, edificato su tre diversi livelli verso lo strapiombo sul lato nord della rupe e dotato di terme con caldaia centrale, magazzini sotterranei e ampie cisterne per la raccolta dell’acqua. Dalle sue terrazze, che per assurdo si trovano sotto il livello del mare, si può contemplare dall’alto l’immensità del deserto roccioso di Israele e le acque fortemente salmastre del Mar Morto, respirando la linfa di un infinito che ha ispirato i profeti delle principali religioni monoteiste del globo.