AFRICA dopoguerra. I Paesi dell’Africa erano generalmente caratterizzati da:
- Arretratezza economica
- Sfruttamento delle risorse naturali da parte delle multinazionali straniere
- Povertà diffusa
- Presenza di governi dittatoriali e corrotti
- Movimenti rivoluzionari e guerriglia
- Colpi di Stato e guerre civili
- Instabilità politica
Ex colonia italiana, divenne indipendente nel 1951. Nel 1969 il colonnello Gheddafi prese il potere con un colpo di Stato e creò un regime. Nel 1970 espulse gli italiani che vivevano in Libia e nazionalizzò le industrie petrolifere.
Finanziò il terrorismo e diete protezione ai terroristi palestinesi.
Attuò una politica di sviluppo del territorio e delle infrastrutture, fra cui nuove strade, ospedali, acquedotti e industrie, utilizzando i proventi della produzione petrolifera.
Tutti i movimenti di opposizione interna furono duramente repressi dal regime di Gheddafi.
La Libia entrò nel gruppo degli “stati canaglia”, in quanto sostenitrice di gruppi terroristici, fra cui l’IRA e il gruppo palestinese Settembre Nero. In Libia vi erano campi di addestramento per i terroristi.
Nel 1980 la Libia fu coinvolta nella strage di Ustica: un jet dell’Itavia precipitò causando la morte di passeggeri ed equipaggio. Dopo anni di indagini e di attività istruttorie fu definita la tesi, peraltro accettata in sede giudiziaria penale e risarcitoria, che il jet dell’Itavia fu abbattuto da un missile delle forze Nato: quella notte nei cieli di Ustica ci fu una battaglia aerea con un coinvolgimento internazionale di forze, cioè francesi, americani e libici: il DC-9 si sarebbe trovato sulla linea di fuoco di un combattimento aereo, venendo bersagliato per errore da un missile lanciato da un caccia NATO contro un MIG libico.
Nel 1986 Tripoli venne bombardata dai caccia americani. Per reazione la Libia rispose con il lancio di un missile contro Lampedusa.
Nel 1988 la Libia venne accusata di aver organizzato l’attentato di Lockerbie sul volo Pan Am, che esplose in volo dopo il decollo da Londra – destinazione NYC, a causa di una bomba al plastico, attentato che causò la morte di 270 persone. Le indagini appurarono che erano stati 2 agenti libici a posizionare l’ordigno. L’ONU impose un embargo alla Libia, durato fino alla consegna degli imputati, nel 1999. A seguito dell’attentato la Pan Am fallì.
Primavera araba 2011 (morte di Gheddafi) e colpo di stato 2015 (Haftar)
Nel 2011 scoppiarono delle sommosse popolari a cui seguì un conflitto armato che vide opposte le forze fedeli a Gheddafi contro i ribelli. L’ONU autorizzò un intervento militare internazionale della NATO con USA, GB e Francia, con lo scopo di tutelare la popolazione civile libica tramite l’applicazione di una Zona d’interdizione al volo. In realtà l’intervento si concretizzò con il bombardamento delle truppe governative di Gheddafi, di infrastrutture civili e militari e nell’appoggio alle truppe antigovernative. Lo scopo era di rovesciare il regime di Gheddafi. Infatti molti Stati, a partire dalla Francia, hanno riconosciuto il movimento dei ribelli come unici rappresentante del popolo libico. Città dopo città, i ribelli conquistarono tutto il territorio libico, con le forze del regime ormai confinate nei dintorni di Sirte. La Libia si poteva pertanto considerare quasi interamente libera dal regime di Gheddafi. Gheddafi venne catturato e ucciso nella sua città natale di Sirte e la sua uccisione portò alla temporanea fine della guerra.
Infatti, dopo la caduta di Gheddafi in Libia scoppiarono scontri fra le numerose milizie etniche che formavano la coalizione dei ribelli. I diversi governi che si sono succeduti hanno tentato di imporre l’autorità del potere centrale su questi gruppi, cercando di disarmarli o di integrarli nell’esercito nazionale, ma hanno fallito. Nel 2014 la situazione è precipitata in seguito al colpo di Stato del generale Haftar che ha preso il potere in Cirenaica (Bengasi) al confine con l’Egitto. Haftar fu inizialmente ufficiale dell’esercito di Gheddafi, ma divenne poi – in esilio degli Usa – uno dei principali oppositori di Gheddafi. Alle truppe di Haftar si contrappongono quelle di Serraj, presidente e premier del governo di unità nazionale a Tripoli, governo istituito e riconosciuto dalle Nazioni Unite, ma non riconosciuto da Haftar che continua a controllare la Cirenaica e Bengasi. Serraj capo del governo a Tripoli nel 2016 è sostenuto da molti Paesi e ha appoggio internazionale. Dopo due anni le aspettative riposte nel nuovo governo sono crollate. La sicurezza è precaria e il potere è di fatto nelle mani delle milizie.
Gheddafi azionista Fiat e Juventus – i soldi non hanno colore
Nonostante i coinvolgimenti libici nel terrorismo, nel 1976 la Fiat cedette alla banca centrale libica del colonnello Gheddafi il 10% di azioni in cambio di 415 milioni di dollari. «Non avevamo bisogno di questo danaro, ma è buona regola che i capitali si vadano a trovare quando non sono necessari» spiegò Agnelli, aggiungendo che l’operazione era diversa da quelle che avevano assicurato all’Iran il 25% della tedesca Krupp e al Kuwait il 15% della Daimler.
Gheddafi jr, il figlio del leader libico, fu azionista della Juventus, più precisamente secondo socio per ordine di importanza, rastrellando azioni in borsa.