Con il sostegno Usa l’economia del Giappone è ripartita subito nel dopoguerra e negli anni 60 e 70 ha avuto una impetuosa crescita economica e produttiva, soprattutto nel settore dell’elettronica, in aperta competizione con l’occidente. Negli anni 90 l’economia giapponese ha però iniziato a rallentare per lo scoppio di una bolla speculativa che ha prodotto disoccupazione.
Le difficoltà economiche del Giappone sono state causate anche dalla crescita delle 4 tigri asiatiche: Hong Kong, Taiwan, Corea del Sud, Singapore. Gli anni 90 registrarono quindi un boom economico per le tigri asiatiche che finì nel 1998 con una crisi economica dovuta al crollo delle Borse, crollo provocato dalle speculazioni che avevano gonfiato i prezzi dei titoli quotati.
Accanto alle tigri asiatiche si sono affermate Cina e India, con economie molto aggressive (prezzi bassi, forti esportazioni, estremamente competitive per il basso costo della manodopera – grazie al basso costo della vita – dovuto non solo ai bassi salari ma alla mancanza di tutela sociale dei lavoratori) tanto che diversi Paesi occidentali come gli Usa di Trump nel 2020 hanno pensato (ante-covid19) di introdurre politiche protezionistiche per i prodotti nazionali (dazi contro la Cina).
La globalizzazione ha positivamente influito sullo sviluppo economico di questi Paesi, che registrano incrementi di Pil (prodotto interno lordo, cioè ricchezza prodotta) molto forti.