AMERICA LATINA dopoguerra. I Paesi dell’America Latina erano generalmente caratterizzati da:
- Arretratezza economica
- Sfruttamento delle risorse naturali da parte delle multinazionali straniere
- Povertà diffusa
- Presenza di governi dittatoriali e corrotti
- Movimenti rivoluzionari e guerriglia
- Colpi di Stato e guerre civili
- Instabilità politica
Le due organizzazioni politico-militari che si sono contrapposte in Nicaragua fin dagli anni 30 sono:
- la dittatura di Somoza (padre e poi figlio) filoamericana, sostenuta dagli Usa
- il Fronte Sandinista che si opponeva alla presenza Usa nel Paese, di ispirazione socialista
Dagli anni 30 e fino al 1974 il paese fu in mano ai Somoza, padre e figlio, che attuarono una feroce dittatura sostenuta dagli Stati Uniti. Nel 1974 scoppiò la guerra civile che vedeva da un lato il Fronte Sandinista sostenuto da Urss e Cuba minacciare la dittatura di Somoza, che durante la guerra civile commise atrocità contro la popolazione civile. La guerra civile si concluse nel 1979 con la deposizione di Somoza e, negli anni successivi, salì al potere Daniel Ortega leader dei sandinisti (il Fronte Sandinista) che avvio riforme agrarie e politiche sociali contro la povertà, ma diede asilo a membri delle brigate rosse.
Per bloccare la politica economica e sociale sandinista (socialista) contraria agli interessi americani, negli anni 80 Reagan attuo:
- un embargo economico che si rivelò devastante per il Nicaragua
- l’organizzazione della guerriglia Contras, i guerriglieri antisandinisti e filoamericani
La guerriglia proseguì fino agli anni 90 e devastò il Paese. Infatti fra il 1980 e il 1989 furono attivi gruppi di militari denominati Contras, finanziati illegalmente dagli Stati Uniti, cosa che innescò lo scandalo Iran-Contras (detto anche “Irangate“: alti funzionari e militari dell’amministrazione Reagan furono accusati di vendere segretamente armi all’Iran su cui vigeva l’embargo, e i cui proventi servivano a finanziare i Contras). Nel 1989, dopo il cessate il fuoco fra governo e ribelli e la reintegrazione di questi ultimi nella società grazie a una amnistia, furono indette nuove elezioni che, contro ogni aspettativa, furono vinte da una coalizione di partiti finanziata dagli Stati Uniti. Le elezioni presidenziali del 2006, dopo sedici anni dalla fine della rivoluzione sandinista, sono state vinte nuovamente da Daniel Ortega, l’ex guerrigliero che ora (2020) guida un’alleanza tra il Fronte sandinista (sinistra) e una parte della destra.