All’inizio degli anni Settanta, l’economia degli Usa era in difficoltà a causa della guerra del Vietnam ormai all’epilogo: gli Usa avevano dovuto sostenere ingenti spese belliche, con un forte aumento della spesa pubblica per gli armamenti. Per coprire queste spese, il governo aveva dovuto mettere in circolazione cartamoneta in eccesso (quindi più liquidità sul mercato), generando inflazione, e il dollaro si era anche svalutato perché l’economia americana cominciava a trovarsi in difficoltà.
Nel 1973 ci fu la guerra del Kippur fra Israele contro Egitto e Siria. L’Occidente appoggiò Israele nella guerra e i Paesi Arabi produttori di petrolio per ritorsione contro l’Occidente bloccarono le esportazioni di petrolio verso l’Occidente e aumentarono fortemente il prezzo del greggio, quadruplicandolo.
Finiva quindi l’età dell’oro.
Aumentando (quadruplicando) il prezzo del petrolio, aumentarono vertiginosamente di conseguenza i costi di produzione industriale, con un conseguente inevitabile aumento dei prezzi dei beni al consumo che generò quindi inflazione (> vedi Dossier MODELLI ECONOMICI E POLITICHE ECONOMICHE) in quanto i salari avevano perso potere di acquisto dato l’aumento dei prezzi dei beni.
Il petrolio con i suoi derivati è fonte di energia per l’industria (e rappresenta uno dei costi principali del processo produttivo) e materie prime per la produzione industriale.
I consumi diminuirono inevitabilmente e quindi vi fu un calo di produzione con aumento di disoccupazione. Le economie entrarono in crisi. Principalmente quelle europee, meno quella americana, in quanto più autonoma dal punto di vista energetico avendo una propria produzione a cui attingere, mentre invece l’Europa era completamente dipendente dai Paesi produttori.
La stabilità dei Paesi industrializzati e dell’economie occidentale dipendeva dai Paesi Arabi e produttori di petrolio.
I sindacati ottennero un aumento dei salari per far fronte all’aumento dei prezzi ma tale aumento provocò a sua volta un ulteriore aumento dei prezzi in quanto aumentarono ulteriormente i costi di produzione. E quindi l’aumento dei salari divenne a sua volta causa (e non soluzione) di inflazione.
Furono attuate politiche di austerità (le domeniche a piedi perché non c’era carburante) e i costi delle bollette triplicarono.
Per tutti gli anni Settanta l’inflazione fu un problema costante. E generò stagnazione economica e recessione.
La ripresa economica iniziò negli anni Ottanta, perché il prezzo del petrolio tornò a scendere e si stabilizzò. Ciò fu dovuto allo sviluppo di fonti alternative, come il nucleare, allo sfruttamento di giacimenti petroliferi nel Mare del Nord quindi non dipendenti quindi dai Paesi Arabi. La ripresa fu sostenuta dalle politiche fortemente liberiste degli anni Ottanta di Reagan e della Thatcher (Usa e GB). Le economie tornarono a crescere ma con alcune particolarità:
- aumento della disoccupazione nonostante la crescita economica a causa della meccanizzazione dei processi produttivi
- forte espansione dei consumi soprattutto di beni secondari (status symbol)