Fra la prima e la seconda guerra mondiale in India avvia la lotta non violenta per l’indipendenza dalla Gran Bretagna. Leader della lotta non violenta e della disobbedienza civile di massa è Gandhi. Alla fine della seconda guerra mondiale il governo inglese persegue la politica di decolonizzazione morbida e non violenta, per l’ingresso delle ex colonie nel Commonwealth, cosa che avrebbe garantito forti legami economici e commerciali fra Londra e le ex colonie.
Nel 1947 gli Inglesi concedono l’indipendenza all’India. E’ il sogno di Gandhi, avvocato e politico che viene assassinato l’anno successivo da un fanatico indu che non accettava la parità fra religioni sostenuta da Gandhi.
L’India è però piena di contraddizioni:
- si basa sul sistema delle caste e non c’è unità nazionale bensì divisioni insanabili fra le caste
- immensa povertà
- induisti ma anche musulmani – intolleranza reciproca
Dai domini britannici nascono quindi:
- India (Repubblica Indiana – Indu)
- Pakistan (musulmano) diviso in 2 territori: a nord ovest il Pakistan occidentale e a nord est il Pakistan orientale o Bengala (noto per le famose tigri) poi divenuto Bangladesh (Stato indipendente)
- Birmania
- Ceylon poi Sri Lanka
L’india diventa quindi una Repubblica e il nuovo Stato negli anni 50 avvia una politica di rigenerazione economica e sociale:
- Vanno sviluppata l’industria e l’economia, con il sostegno all’industria e lo sviluppo e sostegno delle cooperative agricole
- vanno abolite le caste
- va combattuta la miseria
- va bloccata la crescita demografica che rende insufficiente la produzione agricola e alimentare. Il problema demografico costringe il governo a investire in agricoltura per aumentare la produzione alimentare al fine di sfamare la popolazione e ciò toglie investimenti all’industria.
Fra India e Pakistan scoppiò nell’immediato dopoguerra un conflitto per il possesso del Kashmir (area al confine fra i 2 Paesi) e il conflitto si è ripetuto negli anni (alta tensione, considerato che entrambi i Paesi sono dotati di ordigni nucleari).
Dagli anni 90 l’India ha registrato un formidabile sviluppo economico, principalmente nel settore informatico (software) ma nel Paese sussistono (ed è una contraddizione rispetto allo sviluppo che ha avuto l’economia) il sistema delle caste, pur abolite, che è ancorato alla tradizione induista, ed una povertà assoluta: la maggior parte della popolazione sopravvive con un dollaro al giorno.