Si dice che molto tempo fa una bellissima principessa facesse il bagno nelle sue acque, la sua bellezza era tale da ispirare i versi dei poeti tanto da poter competere con Erato, la musa della poesia amorosa. Si tratta della “Grotta della poesia”, classificata tra le dieci piscine naturali più belle al mondo e si trova nell’area archeologica di Roca Vecchia, tra San Foca e Torre dell’Orso, in uno degli angoli più belli del Salento e di tutta Italia. La bellezza del posto è tale che nei momenti di minor afflusso turistico le giovani coppie di innamorati vi si recano per scambiarsi romantiche promesse d’amore.
Solo qualche anno fa il posto era semisconosciuto, ma oggi è diventato purtroppo meta di un massiccio turismo di massa che ne sta minando l’esistenza stessa, tanto da aver fatto decidere al sindaco del posto di chiuderne l’accesso alle persone. L’ambiente naturale è fenomenale e le grotte, a dire il vero, sono due, la Poesia grande e la Poesia piccola. La Poesia grande è più conosciuta e frequentata ed è costituita da uno specchio d’acqua cristallina con magnifici riflessi e colori cangianti tra il blu cobalto intenso delle zone protette dalle rocce al verde smeraldo della parte sotto il cielo. La grotta è magnifica anche per le emozioni che produce, il rumore particolare delle onde che si infrangono sugli scogli antistanti sembra un “respiro” del mare inquieto, mentre i riflessi luminosi ed i profumi salmastri producono un ambiente fantastico dove sognare.
All’interno di essa si accede tramite una gradinata ricavata nella roccia tufacea e mentre il lato meridionale è collegato al mare, sul fondo si si trova un cunicolo sottomarino che la congiunge con la Poesia piccola, seminascosta poco distante e per questo ancora più selvaggia ed inaccessibile. Proprio queste caratteristiche meravigliose hanno prodotto nei secoli leggende, tra queste le iscrizioni messapiche, greche e latine, che i navigatori incidevano prima dei viaggi in mare verso le coste albanesi e greche, ma si racconta anche che la Poesia piccola fosse un angolo di mare così pescoso da essere stato incorporato all’interno delle mura cittadine dell’antica città di Roca e dove Donna Isabella, una nobile del posto, trascorreva lunghe ore a pescare. Ma per i Rocani, la Poesia grande costituisce tradizionalmente l’occhio vigile del mare a guardia della città, anche se viene riportato storicamente che proprio attraverso questo passaggio sottomarino dalla scogliera i marinai turchi riuscirono una volta a violare la città passandovi attraverso. Anche in questo caso, qualunque sia la storia passata e la verità circa i misteri che vi aleggiano, il luogo è davvero suggestivo e sotto minaccia del turismo irresponsabile, quindi se pensate di recarvici cercate di farlo in periodi meno affollati e di rispettarne il fragile ambiente naturale.
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