Basta poco più di un’ora di auto da Milano per raggiungere l’altro capo del globo, o quasi: a Varallo, in provincia di Vercelli, il torrente Mastallone si getta nel Sesia quasi in modo anonimo, ma è poco prima che dà spettacolo, scorrendo nella valle a cui da il nome. Scarpe da tennis e cinque minuti a piedi sono tutto quello che serve una volta raggiunto il chilometro 4 della Strada provinciale 9 che lo costeggia: dopo il breve tratto di strada, la montagna cade a picco sul fiume e la sabbia di ghiaia forma un paio di spiagge degne dei Caraibi. O della foresta amazzonica se preferite: acqua trasparente verde/azzurra e natura incontaminata. Un luogo da favola.
Non è un caso che chi conosce questi posti li tiene gelosamente segreti e non è un caso se le due spiaggette sono chiamate “El Caribe” e “Tropicali“: in questo luogo sembra di aver trasvolato il globo e di trovarsi all’altro capo del mondo. Ma non è finita, al relax, la natura e la bellezza del luogo si aggiunge il leggendario Ponte della Gula, situato nel punto più stretto della valle, appena superato il bivio per Cervarolo, proprio al di sopra di un orrido profondo e di incredibile e suggestiva bellezza. Il ponte antico scavalca la gola ad una trentina di metri dal livello delle acque sottostanti, proprio di fianco al ponte moderno, ed è stato per molto tempo l’unica via di transito per gli abitanti della valle. Il modo ardito con cui è stato costruito ne fa uno dei tanti “ponti del diavolo” sparsi per il mondo e corredato della sua immancabile leggenda, secondo la quale, un giorno di tanto tempo fa, il diavolo fu condannato da un vecchio santone eremita che abitava nella zona, a costruire rapidamente qualcosa che potesse agevolare il superamento dell’orrido per evitare di essere rimandato all’inferno. Il diavolo non si perse d’animo ed in una sola notte realizzò l’opera restando ancora nascosto fra gli uomini. Qualcuno dice che si aggiri ancora a fondo valle. Leggenda o meno il ponte ha una lungo storia ed era famoso già molti anni fa: in una guida illustrata, del 1895 è scritto: “prima che vi fosse intagliata nella roccia la nuova strada, era il luogo ancora più imponente, poiché per passarvi bisognava salire al vecchio ponte fabbricato proprio all’estremità del burrone, e quindi transitare per uno stretto sentiero, ora mezzo diroccato, che fiancheggia il precipizio ed è intagliato e sospeso nella roccia così in alto, che non si giunge a vedere nella profondità del burrone il letto del fiume“. Caraibi, leggende, natura incontaminata, un vero e proprio punto di fuga.