La guerra in Iraq (che fu la seconda guerra del Golfo – la prima fu Desert Storm, quella per la liberazione del Kuwait dopo l’occupazione irachena) iniziò nel 2003 con l’invasione dell’Iraq da parte di Usa e Gran Bretagna e terminò nel 2011 con il passaggio dei poteri alle autorità irachene. Obiettivo della guerra di George W Bush fu quello di deporre Saddam Hussein, accusato dagli Stati Uniti di sostenere il terrorismo, di produrre armi di distruzione di massa e di essere un dittatore sanguinario che opprimeva il popolo iracheno. Le armi di distruzione di massa non furono mai trovate. Molti osservarono che gli obiettivi dichiarati in realtà nascondevano le mire espansionistiche americane in Medio Oriente e – soprattutto – il controllo dei pozzi di petrolio. Onu e diversi Paesi occidentali erano contrari alla guerra, ma gli Usa avviarono comunque la campagna militare insieme alla Gran Bretagna, sotto la bandiera della guerra preventiva contro gli stati canaglia, ossia quegli stati che davano protezione al terrorismo. Il sangue dell’11 settembre 2001, versato dagli americani con l’abbattimento delle torri gemelle di New York, era ancora caldo.
La guerra si sviluppò nella prima fase con bombardamenti aerei e missilistici e nella seconda con l’invasione dell’Iraq da parte delle truppe di terra americane e britanniche. Durò pochi mesi e l’invasione si concluse lo stesso anno (2003) con l’occupazione di tutte le principali città irachene. Ma la guerra era tutt’altro che terminata. L’occupazione Usa fu infatti segnata da continui attentati da parte della resistenza irachena, che scatenò negli anni successivi una guerra di liberazione dalle truppe straniere, considerate invasori da molti gruppi armati sia sunniti che sciiti, per sfociare infine in una guerra civile fra le varie fazioni, causata da una squilibrata gestione del potere. Gli attacchi provocarono la morte di moltissimi soldati americani e ci furono uccisioni anche di giornalisti e civili occidentali.
Una volta completata l’occupazione americana, l’Onu deliberò sempre nel 2003 una risoluzione per il mantenimento della pace (operazioni di peace keeping), e l’Italia avviò l’operazione Antica Babilonia istituendo la propria base operativa a Nassiriya nel sud dell’Iraq. A fine 2003 si consumò la strage di Nassiriya: un attentato con camion carico di tritolo causò la morte di 19 militari italiani. Ma la fine di Saddam Hussein era ormai vicina: nel 2004 fu individuato Saddam, catturato, processato e impiccato. Ma il processo di pace era ben lontano dall’obiettivo. Nel 2004 si costituì infatti al-Qaeda in Iraq con a capo al-Zarqawi, che poi diventò Isis e IS (o Daesh) guidata da al-Baghdadi. E Isis fu una delle organizzazioni più spietate con cui tutta la regione fu costretta a fare i conti.
La cattura e l’uccisione di Bin Laden arrivò all’improvviso nel 2011. Il capo di al-Qaeda fu colpito nella sua residenza in Pakistan e ucciso dalle forze speciali americane. Il corpo – disse l’Amministrazione americana – fu gettato in mare. Lo stesso anno, con il passaggio dei poteri agli iracheni, terminò anche l’occupazione americana dell’Iraq.
Saddam e gli Usa